Federico Del Monaco: La crisalide di un eterno

Poesie scelte da Dimitri Ruggeri.

Lo statico volo di una rima

Allegro ricordo triste

Scheletri e armadi

Il matto è tornato

Ricordami dopo

*

LO STATICO VOLO D’UNA RIMA

Quando non sarò
questo sogno migratore
il mio becco non sarà
l’appendice del sapore.

Le mie ali lunghe e fine
solcheranno altri tramonti
si adatteranno a presunti confini
con ansia, forza e voglia di scoprire nuovi mondi.
Le penne avranno colore
che rispecchierà il paesaggio
alcune planeranno senza dolore
sul ricordo del mio esile passaggio.

E poi sarò falco
e poi balena
e poi cerbiatto
e poi atmosfera

sarò tutto o forse nulla
luce che timida scintilla
rivo che musica la notte
storie di passioni ininterrotte.
Sarò! Tra le mire
del vivere e voler dire
tra le righe di uno scritto che mi seppellirà
che cosciente e presente macchierà la tua realtà.

*

ALLEGRO RICORDO TRISTE

Stracci sconvolti
cocci di specchi
bicchieri a planare
e a infrangersi a terra

cucina
campo da battaglia
donna
ostica muraglia.

Ti ricordi, cuore mio
le magnifiche litigate?
Duravano intere giornate
e sclero dopo sclero mutavo pure io.

A te penso, non ci sei
e da tempo hai abbandonato
la mia vita da stonato.
Come stai? No, non saprei.

Era bello discutere e imbrogliare
scornarsi nel futile vitale
ironico rimpianto bagna questo giorno:
scende la lacrima, ti penso e non ti voglio.

*

SCHELETRI E ARMADI

Non ci sono più gli armadi di un tempo
i nuovi materiali sembran tutti finti
e ospitare dentro queste fragili scatole
perfino una bugia appare improponibile.

Il legno d’altri tempi
quello sì che era il sarcofago
ideale per il più recondito segreto
destinato a diventare il tuo mistero.

Certo, spendendo, investendo
anche oggi si possono acquistare
dei mobili di vero legno:
ai ricchi sempre tutto è concesso.

Ma un cuore squattrinato
e quindi più soggetto alle intemperie
genera più mostri, perché più vicino alla terra
e vive in stamberghe dove la privacy è utopia.

Si dorme male nelle pensioni low-cost
gli scheletri animati si confondono
con quelli dei vicini… che baccano:
«Colpa degli armadi, troppo fragili

delle pareti troppo fine
della maleducazione
dei tempi che non cambiano
e di tutti questi stranieri.»
Mai che sia anche colpa nostra!
Ma è difficile correggere un’anima
che non sa dove mettere le ossa
d’ogni sua malefatta.

Chi può assecondi
cerchi di comprendere
e, se possibile, consigli il mare
che tutti abbraccia e tutto sa disperdere.

* 

IL MATTO È TORNATO

Scende il silenzio e copre opprimente
frammenti dei sogni di questo presente
un’eco lontana, risuona scortese:
il matto è tornato, è di nuovo in paese.

E invece è un ragazzo, di certo imperfetto
sarà un gran poeta, è già maledetto
rifugge la pace e rifiuta la guerra
e vola su un sogno da vivere a terra.

È già in questo istante,
è fermo e pensoso
che senta quel successo
che verrà luminoso?
No, forse avverte il gelido
responso della sorte
che tocca a chi famoso
diverrà dopo la morte.

Dino Campana! – son voci che senti
il tono di scherno non fa complimenti
ignora, ragazzo, chi non ti comprende
opponiti con arte e cuor che non si svende.

Andrà male, vita di dolor scintilla
poche luci vere, la passione per Sibilla
le rose, le vele, l’azzurro e l’argento
i canti di Orfeo e un fuoco mai spento.

Questo sarà, è un peccato, lo ammetto
se da ragazzo avessi avuto più affetto…
e invece quell’eco risuona scortese
ricorda che il matto è tornato in paese.

(Poesia 2^ classificata nella Sezione A Poesia a “Tema Mugello” Premio Internazionale Letterario e d’Arte Nuovi Occhi Sul Mugello VI Edizione)

*

RICORDAMI DOPO

Quando la strada bagnata
disegna il paesaggio di pioggia
cerca qualcosa, purché ti piaccia
di me, di te, di un me, di te.

Ricordami dopo silenziosa rabbia
nella pausa che segue una sguaiata risata
quando il sole già sa d’esser tramonto
nella luna invecchiata dentro un’alba.

Il mio vissuto dentro te
è il tessuto di una coperta
che riposa orfana in cantina
corrosa dalle tarme del rimpianto.

Ma non essere triste
mi penserai sempre più dopo
finché il giorno del mai
del mese del sempre

faranno anche di questo pensiero
la crisalide di un eterno
figlio dell’immobile frastuono
di una lacrima mai e poi mai più scesa.

*

Bio

Federico Del Monaco è nato a Sulmona (AQ), vive e lavora ad Avezzano. Inizia tredicenne a scrivere racconti di genere fantastico, spaziando tra fantascienza, fantasy e horror. In seguito intraprende uno studio della parola che lo porta a comporre poesie. L’evoluzione dello stile è tale da consentirgli un approccio ad ampio raggio: testi di canzoni, sceneggiature, raccolte di poesie, racconti, saggi, testi teatrali ed un romanzo. Autore e regista di numerosi spettacoli teatrali, reading poetici e cortometraggi. Si cita la pubblicazione La poesia a dieci anni da sisma – Antologia della III Festa della Poesia, L’Aquila 21 marzo 2019, Daimon Edizioni, 27 aprile, una storia di Avezzano, È scritto lassù – reading musicale interstellare, la serie di spettacoli musicali Eppure Soffia, la poesia nella musica italiana, giunta al quarto capitolo con lo speciale Avrò bisogno ancora di te: Ivan Graziani, lo spettacolo teatrale Tra le righe: in viaggio con Ignazio Silone. “Lo statico volo d’ una rima” è la sua ultima pubblicazione edita da Daimon edizioni e può essere acquistata a questo link.

I suoi lavori sono visionabili anche sul canale YouTube

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