Toni Fasulo: silenzio e caos

Foto Fasulo Poeti dabruzzo

Poesie scelte da Dimitri Ruggeri 

*

Pioggia

Cadi.
Con tristezza velata tu cadi,
su coscienze sopite tu stridi,
di bagnar certe cose non badi,
su tetti sporcati tu gridi.
Abluzione.
L’immondo purifichi e porti
via piano peccati e fetore
dai cuori affranti o contorti;
su tutto ritorna splendore.
Odore.
Nell’aere al mattino aspergi
profumi di terra inesplosi,
nella mente fugace riemerge:
melodia e ricordi armoniosi.
Suoni.
Picchiettii di gocce e tuoni,
piccoli tremolii in fredda paura,
copri voci e fastidiosi frastuoni,
intorno vibra l’intera natura.
Paura.
Da lieve cadente a tempesta tu muti
aria docile e quieta presto sparita
terrore negli impavidi cuori tu incuti
generando, vibrazione infinita.
Vita.
Da sempre bagni chi a te si disseta,
nel mondo tu mesci sostanza pulita,
generosa linfa, arsura tu acquieti,
basta solo un istante per donare vita.
Pioggia

*

Dolorose ferite (dell’Aquila)

Attraverso il tuo corpo leso,
indifeso una notte colpito.
I piedi calpestano orme conosciute,
la testa arcuata in aria,
occhi puntati su vecchie ferite.

Le grida di morti in battaglia:
non affievolite.

Le cellule nuove sembrano poste in modalità generativa.
Ti stai curando.

Dove hai rimosso le bende
splendente ritorni a fiorire.

Mostri d’acciaio stagliati nel cielo
aiutano la tua “riguarita”.

Ad ogni passo rumori assordanti richiamano vita.
Dalle voci intrecciate e accentate
capisci:
la forza lavoro che agisce
è accorsa da ogni girone,

dannati, affamati di lavoro,
hanno lasciato gli affetti più cari
in un altro girone.

Il sesto…

Briciole per i pargoli,
pane muffo a piene pugne
per le canne del bramo Cerbero.

Sembri dormiente,
hai in seno il bisogno che in te
ritorni la vita.

Immota nell’italo cuore,
lavata da dosso la polvere
ti cambi in silenzio il vestito.
A festa ti stai adornando,
chi ti vive a sorridere certo
sta ritornando.

Civettuola ma mai svampita
da chi ti può solo ammirare
ti stai facendo curare
le tue sporche e dolorose ferite.

*

Solo le lacrime

Il tuo ascoltare
sente dalle labbra
voce umana di vana preghiera
ad un Dio assente
dalle vie del mondo,
ove grida di madri
urlano dolori così enormi
a cui nessuno può dare una giustificazione,
distanti, immobili,

razionalizzazione

parola molto lunga da scrivere,
e che non ha posto
dove in nome dell’amore per un Dio si sparge:

morte e odio,
sangue e lacrime
grida e dolore;

è in quell’istante che ti accorgi
che questa razza,
di umano ha niente,
vergogna e apatia
rabbia e spavalderia
creano un velenoso intruglio;

solo il tuo sparire allevierebbe
il peso di ciò che ti porti addosso,

uomo.

Perdonaci Saffie Rose
se almeno tu puoi.
Noi abbiamo fallito.

Afflitti e confusi ci restano …
solo le lacrime.

*

Foglia

Ti vedo,
attaccata ondeggiante a quel nudo ramo.
Già spoglio.
La forza che ti tiene legata è grande
come la tua inconsapevolezza.
Ignori che il tempo è finito.
Tu non hai capito che sei trasformata.
Sei rossa ramata.
Innamorata ancora della tua vita leggera.
Ricordi?
Il vento soffiava e tu lieve
ti lasciavi ondeggiare…
eri felice.
Ma la gioia è passata.
Sei lì, insistente resisti.

Eppure esisti.

Arriverà il giorno della forte folata.
Ti strapperà via.
Tu continui a negare.

Chiedere un’aria immobile,
priva di vento,
eviterà l’inevitabile oblio?

Solo il fato conosce quell’attimo,
il distacco e poi l’ultimo volo
segnerà la tua dipartita.
Un vento muto soffierà;
non ci sarà più fruscio.
Il desio di una intera esistenza svanito.
Sei una caduca foglia.

*

Sogno

A volte, avvolte in una nebbia maleodorante, s’incontrano lande acquitrinose mentre fuggi dai tuoi loschi pensieri. Nelle tundre solitarie della tua mente contorta, ritrovi l’agitazione che del mondo ti turba.  La furba furbata di voler lei al tuo fianco, si è rivelata stoltezza nella sua interezza. Mentre scappi da mani che ti voglion tenere, affondi i tuoi piedi nel limaccioso fango, anch’esso generato dall’umana indecenza. La maldicenza dei vivi agita anche i morti. L’affanno sovrasta il tuo lento respiro, la corsa d’un tratto diventa cammino, affannato, confuso, ti senti indifeso. Le pupille si aprono, vogliono luce, roteano intorno perché sentono voci, ma il nulla appare, si vede solo l’assenza, questo posto di colori ne è fatto senza.

Disordine, silenzio
agitazione e caos.

Goccioline gelate dai tuoi pori trasudano, la fuga affannata fa smettere il gioco, che appariva all’inizio del percorso doloso, intrapreso col peso dei tuoi dolci inganni, che per anni hai portato come macigni, con l’enorme fardello, procedevi greve. Ci addossiamo colpe che fanno rumore, generando  scompiglio tra i pensieri incoerenti, turbati e alterati si prova a vivere, ma subito avverti che è sopravvivere, finché il sudiciume la tua mente lorda e la vita ti appare: così distante. Il rumore di un rio si sente lontano, le acque impetuose fanno sentire il fragore del caos che albeggia nella tua vita, la tua agitazione all’istante si rimesta e d’un tratto ricominci di nuovo a sudare.

Ordine e musica
gioia e tranquillità.
É solo ciò che alla vita si chiede.

A volte, avvolte in una carezza, ritrovi le sensazioni piacevoli che mancavano da tanto ed è una delle cose di cui non puoi stare senza. L’assenza di esse ti consuma piano, trascorri il tempo e ti senti morire, morire però non ti è concesso, chissà quali colpe sei chiamato a espiare, la vita amico comincia adesso, quando da questo incubo, perturbato, ne esci. È lì, è ora, che ti tocca vivere. Forza, ridestati, non senti il bisogno? Svegliati in fretta da questo sogno.

*

Nasce a Santa Maria Capua Vetere  in provincia di Caserta  il 9  novembre del 1966.
Giovanissimo si trasferisce  a L’Aquila dove vive  e lavora dal 1985.
Ha conseguito il diploma di maturità tecnica indirizzo elettronica e telecomunicazioni.
Si occupa del montaggio di apparati elettronici per satelliti.

Appassionato di informatica ha trascorso notti intere a sviluppare programmi software solo per il gusto personale di farlo.
Innamorato della letteratura ama scrivere, in particolar modo  poesie, sua vera passione.
Alcune sue poesie sono state inserite in antologie poetiche.      

A novembre del 2017 ha pubblicato il suo primo libro “Con gli occhi del fanciullo” – Romanzo Edizioni Arkhè.          

 

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